Capitolo 1 – La Musica unisce
L'orologio digitale nel Foyer della Direzione segnava le dieci e trenta,
un momento di quiete, di fatto, solo apparente.
Tra dieci minuti
esatti, un suono stridulo—la campanella che apriva l'intervallo—avrebbe
dato il via a quella che chiamavo, non senza una punta di caustica
ironia, la "Corsa dei Tori" di Pamplona.
I corridoi dell’Istituto
Privato "Costanza", appena lucidati e ancora disciplinati in un ordine
quasi monacale, sarebbero stati invasi da un fiume di corpi e voci, un
uragano in miniatura di energia adolescenziale e futuro incerto.
Ero lì, in piedi nella sala professori momentaneamente deserta, di
fronte al tavolo di noce chiaro lucido, il registro elettronico aperto
sul tablet, e una pila di verifiche di Storico-Sociale da correggere—i
miei ferri del mestiere.
Come una guerriera che si prepara alla
battaglia, raccoglievo i miei lunghi capelli neri sfumati di mogano in
una infinita coda di cavallo, sentendo tirare la stoffa del mio tailleur
marrone chiaro, scelto in un tentativo di conferire un corpo che, a
detta di Vittorio, doveva essere 'più contenuto'.
Ero
Claudia, la professoressa di Italiano, Spagnolo e Storia in un istituto
privato.
Già, una prof straniera che insegna la lingua madre nel Paese
di cui è ospite. E questo, capite bene, non è un dettaglio di poco
conto, è una di quelle sottili, caustiche ironie che la vita ti serve
con il caffè amaro del mattino.
Eppure, a metà degli anni Ottanta, negli
istituti privati di un certo calibro (o presunto tale) poteva capitare,
c'erano situazioni ancora più ambigue della mia, credetemi. In questi
luoghi venivano parcheggiati—sì, il verbo non è scelto a caso—i ragazzi
che erano stati bocciati negli istituti pubblici. E qui sta il punto
dolente, la contraddizione che ti si attacca alle suole: i genitori,
piuttosto che affrontare i problemi e risolverli, delegavano tutto al
dio denaro, pagando fior di quattrini affinché il "problema" si
risolvesse da solo. La superficialità, a volte, ha un prezzo altissimo, e
non è quello della retta.
La prof sarà uno dei personaggi centrali
Claudia, la mamma che Miky non ha mai avuto, ed avrebbe sempre dovuto avere
la mamma che si è scelto e non quella che gli è capitata
Lei è Mamasota, quella persona che riequilibra tutti gli scompensi di Michele, la sua impulsività, la prima a vedere davvero com'era, chi era
Ma sarà lei ad insegnargli tutto?
No
tutto non è possibile, la vita va vissuta, ma sarà sempre la sua persona di
supporto e gli permetterà di poter andare avanti, non lo giudicherà, perché non vede solo un corpo, ma legge dentro, ed ama ciò che sente

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