lunedì 3 novembre 2025

Che schifo, ma cos'è sta roba? Dove Finisce la Notte e Inizia il Ribrezzo

 



Serata Halloween ma che palle! Ma cos'è sta roba, è diventato insopportabile







Che fatica, ultimamente, uscire. Faccio un giro per locali, eventi, concerti, e ogni volta è la stessa, sfibrante, storia. È come se tutti stessero girando una puntata di una serie, con la medesima sceneggiatura. Vedo corpi presenti, ma anime in attesa, con gli occhi che non guardano la realtà, ma immaginano le stories da postare.

Siamo qui, tutti, veramente qui, o stiamo solo girando il prossimo episodio?

La serata non è un'esperienza da vivere, ma un contenuto da produrre. Non si tratta di sentire la musica, o di ridere per una battuta spontanea, ma di apparire nel modo giusto, alla luce giusta, con l'espressione che urla: "Guardate che vita pazzesca che ho!". L'autenticità è stata sostituita da una frenesia esibizionista che non ammette pause, un’escalation di eccesso forzato, dove l'unico vero imperativo è: esagera. E poi, documenta.

Davvero non c'è più spazio per il semplice stare, per il piacere discreto, per un momento che valga la pena di essere vissuto anche se non viene mai dimostrato? Forse, la vera trasgressione, oggi, è spegnere il telefono e guardare negli occhi chi abbiamo accanto, accettando il rischio che la nostra serata non diventi virale. Ma, a quel punto, che senso avrebbe l'uscita, se non c'è una "prova" da collezionare? A chi interessa una gioia che non è stata esposta?

E poi, nel bel mezzo  di questo esibizionismo, è successo qualcosa di ancora più strano, qualcosa che mi ha spezzato il cuore e l'ha riempito di un profondo, gelido sconforto. Eravamo lì a ballare, quando ho assistito a una scena che non riesco a togliermi dalla testa.

C'era una ragazza, di un altro gruppo, completamente fuori controllo. Non riusciva a stare in piedi; era visibilmente troppo, troppo ubriaca. I suoi amici, palesemente incapaci di gestirla, l'hanno  scaricata su un tavolo vicino al nostro. In quel tavolo, un gruppo di sessantenni vestiti come ragazzini per Halloween, e che, purtroppo, si comportavano esattamente come dei viscidi allupati

All'inizio, ho cercato di non pensarci troppo, di credere che fosse solo una pausa, ma poi ho visto. Li ho visti offrirle da bere ancora, offrirle snack, e intanto… la palpeggiavano. Un tocco qui, una carezza fuori luogo là, approfittando della sua incapacità di reagire.

Dio, che sensazione orribile. Dire che mi ha fatto ribrezzo è dire poco; è stata una pugnalata alla fiducia che ancora ripongo, stupidamente, nell'essere umano. Ma davvero viviamo in una società di questo tipo?  Dov'è finita l'anima delle persone? Non c'è più traccia di decenza, di rispetto, di umanità?

E in quell'attimo, mentre vedevo l'indifferenza di chi doveva proteggerla e la fredda avidità di chi ne approfittava, la mia testa è corsa lontano, a una preoccupazione viscerale e paterna. I suoi genitori sanno dov'è? Sono consapevoli di con chi è? Si rendono conto se è al sicuro? Perché in quel momento, in quel locale, con quegli occhi lucidi e persi, non sembrava che nessuno si prendesse davvero cura di lei. Era solo carne da macello, esposta al cinismo più bieco. È una tristezza che non mi abbandona.

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