venerdì 29 novembre 2024

3) INVECE

 

FATTI UN FAVORE




Non posso più essere la mia causa persa.

Non posso più aspettare che qualcosa avvenga, quanto tempo? Uno, due, tre anni?

Non posso più retrocedere, finirei in un baratro nero.

Non posso più permettermi di non avanzare, finirei nello stesso baratro nero.

Non posso essere il miglior sabotatore di me stesso.

Non posso più credere che l’amore sia subordinato al fatto di meritarlo.

E soprattutto non posso più accontentarmi di questa sospensione dalla vita.

Assente da me stesso, ecco come mi sento da tutti questi anni. Come se una coscienza slegata da me avesse sempre spinto in un’altra direzione, facendomi fare cose che erano  comode perché non avevo il coraggio di fare “le mie scelte”.

Sono stato una comparsa marginale della mia esistenza, spettatore silenzioso.

Chi è stato il burattinaio che mi ha mosso? E’ giunto il momento di dirgli fatti da parte, fuori dai coglioni, basta con quello che è giusto fare, ora faccio quello che desidero, non è più possibile accontentarsi delle briciole, confondere semplicità con ordinarietà, cazzo mi sono talmente abituato a pensare agli altri, a come si comportano che non so  più nemmeno cosa desiderare < ora basta!> Cos’è la vita senza desiderio?

Quest’inerzia mi ha  logorato scavando come l’acqua nella roccia, una goccia dopo l’altra. Per anni. Ma adesso è tutto chiaro, non devo più giustificarmi, e rimandare, sono stato un maestro nel procrastinare, ma adesso ho capito che il momento migliore è subito.

Non voglio più essere ordinario. Non mi sento uguale a tutti gli altri.

Certo magari anche peggio, non è detto che sia migliore, ma almeno desidero essere me stesso, e non quello che è giusto essere, per mamma, papà, i prof, i docenti, i maestri, i colleghi, e soprattutto lei, quella che non ho mai avuto la fortuna di conoscere – “ma quale cazzo di fortuna” ­– come avrei mai potuto incontrarla se non sono mai stato me stesso, se non sono MAI ESISTITO

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2 commenti:

elcoche ha detto...

cara Zesty, sinceramente nella presa di coscienza di un essere, di un uomo, non c'è dolore, ma al contrario un forte desiderio di non sommergere il proprio spirito con i vari compromessi che comodità e convenienze, spesso, fanno

Anonimo ha detto...

trovo bellissimo quello che hai scritto, lo sto rileggendo più volte, grazie