Si chiama Lizzie Velasquez ed è una ragazza ventenne di Austin, Texas. È affetta da una rarissima malattia (sindrome di De Barsy) che le impedisce di ingrassare, poiché il suo corpo – benché sia costretta a mangiare ogni quarto d’ora – non può trattenere grassi (non ha mai pesato più di 28 chili). In questo video, Lizzie, che oggi è una “speaker motivazionale” e laureanda, narra la sua storia e anche dell’amara scoperta che un giorno fece vedendo un video su Youtube (Eccola Qui) in cui era definita «la donna più brutta del mondo» e in cui le si consigliava il suicidio. Lizzie ha scritto tre libri in cui racconta la sua vita, con alcuni particolari che nel video non sono narrati, come, ad esempio il fatto che, da piccola, i suoi genitori dovessero utilizzare i vestiti delle bambole per vestirla, non esistendo indumenti adatti alla sua taglia. Grazie alla sua famiglia, Lizzie ha potuto affrontare le difficoltà della sua esistenza, frequentare la scuola, entrare a far parte del gruppo delle cheerleader e, soprattutto, imparare che un malato non è la sua malattia. Come ha detto lei stessa: «Dio mi ha fatto come sono per una ragione e non vorrei essere diversa. Affronto gli ostacoli sulla mia strada a testa alta e con il sorriso sulle labbra». E di certo l’ironia non le manca.
Questa è Lizzie, che non ha bisogno di un corpo, perché in effetti un corpo non ce l'ha, non si piange addosso, non pensa a come vorrebbe essere, ma cerca di trarre vantaggio da quello che ha a disposizione, uno spirito fortissimo e pieno di interessi, che non l'affossa bensì l'aiuta ad emergere a dispetto di altri che invece soffrono per quello che non hanno e non sono in grado di fare...
Ma non è la lotteria caro che ti devi aiutare, sei tu, la tua volontà, la tua determinazione, la tua determinazione, la tua voglia di esistere...non di apparire
Su coraggio, prendi esempio da Lizzie, da ciò che ti dimostra ed emergi dalle tue mancanze
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giovedì 30 gennaio 2014
mercoledì 29 gennaio 2014
Daniele Silvestri - Kunta Kinte
Silvestri in questa canzone ci paragona tutti a file di schiavi moderni, legati da "catene sottili come fili del telefono". Nella prima parte esprime chiaramente di essere nella meta' esatta di una lunga catena composta da "quelli mi guidano" e "quelli che mi seguono" in cui bisogna continuamente mantenere il ritmo del passo.
infatti siamo tutti legati al ad un filo che sia un cel un tablet o un pc dipendiamo da questo, .....
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