venerdì 5 luglio 2024

Ancora femminicidi ... c'è un'unica soluzione - bisogna parlare agli UOMINI










CAPIRE L'ORIGINE DEL PROBLEMA

La violenza sulle donne in Italia cresce ancora. Lo dice il rapporto Eures su "Femminicidio e violenza di genere in Italia" che segnala dati senza precedenti. Nel 2018 sono state 142 le donne uccise (+0,7%), 119 in famiglia (+6,3%). Gelosia e possesso sono ancora il movente principale. Aumentano anche le denunce per violenza sessuale (+5,4%), stalking (+4,4%) e maltrattamenti in famiglia (+11,7% nel 2018). Repubblica.it ha dedicato uno speciale a questo argomento pubblicando una mappa, realizzata in collaborazione con Esri Italia, che illustra i femminicidi dal 2013 al 2019.



In questa settimana, per l'ennesima volta, si sono consumate tragedie che hanno visto protagonisti Uomini abbandonati da Donne

Le vittime in queste situazioni non sono, mai, solo, quelle materialmente uccise, come donne o figli, ma gli stessi uomini da cui parte tutto e per cui non ci potrà mai essere assoluzione o perdono  per ciò che hanno fatto

Purtroppo, nessuno, ci ha pensato ancora, ma il vero problema, non è mai stato affrontato.

L'uomo che viene abbandonato a sé, sentendosi rifiutato, e criminalizzato, ed agisce sempre di più con insistenza alla ricerca "della propria giustizia". Trova il nemico " nella donna" che gli ha fatto crollare ogni certezza e sicurezza, che lo ha messo in competizione, perdendola, costantemente, contro tutti gli altri maschi esistenti




L'unica soluzione per guarire da questa piaga che la società continua ad infettare, generando solo "mostri" mediatici, a vantaggio di un'informazione sensazionalistica che fa molti ascolti, è quello di parlare al "mostro" prima che si trasformi, cercando di comprendere il suo stato e non isolandolo maggiormente.

BISOGNA PARLARE AGLI UOMINI, CERCARE DI ASCOLTARLI, DI AIUTARLI, per farli uscire da questo pozzo nero, dove non vedono altra soluzione se non "farla pagare" a colei che gli ha tolto tutto

ECCO LA SOLUZIONE, bisogna obbligarli a parlare con qualcuno, nel momento in cui scatta la denuncia per violenza domestica o stalking, generare una linea di ascolto, con specialisti, che cerchino di levargli le"fissazioni" che occupano costantemente la loro mente, abbandonare queste "ancore" che li portano al fondo, staccandosene  per riemergere e tornare a vedere le cose e la vita come un " mare da esplorare in cerca di nuove rotte"

9 commenti:

elcoche ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
elcoche ha detto...

parlargli non serve a nulla dite, già ma non viene fatto e quindi non si può sapere. Altri dicono che i mostri sono così sin da piccoli, ma non è possibile, perchè da piccoli non si sa nulla di relazioni con altre donne. Il problema è nella mania di possesso, il fatto che una persona è considerato un oggetto da possedere e quindi non si accetta di esserne privati

Anonimo ha detto...

vengono fatti discorsi troppo banali, ci si ferma a delegare la difesa a chi fa il suo mestiere come la pubblica sicurezza, ma non è legato privatamente a quella situazione, per lui è solo lavoro. Forse chi è vicino, tipo familiari ed amici, dovrebbero essere più prodighi di aiuto. E si, parlare potrebbe avere un suo valore

Anonimo ha detto...



Riguardo a questo ci sarebbero da dire molte cose, magari un modo di fare attuale, in cui la donna decide troppo velocemente che non gli sta più bene quella relazione, senza pensare alla famiglia. Probabilmente, la famiglia viene messa in secondo piano rispetto ai propri bisogni ed egoismi. E l’uomo che prima si sentiva sicuro si ritrova senza più niente e va in depressione
Perché aveva investito in quella relazione e non accetta di non avere niente in cambio

elcoche ha detto...

io penso che sia proprio questo il punto su cui parlare. L'investimento in una relazione è un rapporto bilaterale, se non si trova una soluzione da entrambe le parti, non si può fare altro che cambiare prospettiva e investire in altro. Una persona non è un oggetto di proprietà è questo il punto

Anonimo ha detto...

La colpa è di tutti e due se succede questo

elcoche ha detto...

se una relazione non funziona è una conseguenza, non una colpa di uno o dell'altro.

aware ha detto...



senza rendersi conto di star giocando con i sentimenti altrui, con gli anni di vita dell'altro, coi soldi e le scelte di vita dell'altro

Ma anche se questo fosse il caso, decidiamo tutti insieme che questo è un motivo valido per uccidere una donna? Perché facendo cosi si torna al delitto d'onore.

aware ha detto...



Insignamo alle ragazze la differenza tra relazione normale e tossica. Insegnamo alle donne che esistono 2-3 segnali che già al primo appuntamento emergono e che dicono che quell’uomo é tossico

Guarda tesoro magari esistessero 2-3 segnali che permettono di scovare il "mostro". Molto spesso la violenza viene espressa più in là nella relazione, quando l'uomo ha la certezza di avere il controllo sulla donna.

Poi non sono "mostri", sono uomini e qua ci sta una grandissima differenza. Non sono creatura mitologiche comparse casualmente sulla terra, sono uomini che sono cresciuti in una determinata cultura che vede nella donna una proprietà. "Tu sei mia, di nessun'altro" "Tu sei mia, non truccarti/vesterti così, lo fai per piacere agli altri" "Tu sei mia e ti faccio quello che voglio" Non sono psicopatici, sono uomini normali, con una vita normale, amici e lavoro, ma che vivono le relazioni in modo maschilista. Non sono l'eccezione, sono il risultato, il pinnacolo di una cultura che vede la donna in un certo modo e vuole controllarla.

Insignamo alle ragazze la differenza tra relazione normale e tossica. Insegnamo alle donne che esistono 2-3 segnali che già al primo appuntamento emergono e che dicono che quell’uomo é tossico. Se siete madri di un maschio, impedite ai loro padri di insegnare loro stronzate come “le donne quando dicono di no intendono si” e altri discorsi del cazzo.

Continui a dare la responsabilità alle donne. "Insegnate alle ragazze" tradotto vuol dire "stupide loro, potevano lasciarlo, non starci proprio insieme" e va a colpevolizzare le vittime. E poi "le madri devono insegnare ai figli" perché i padri, gli amici, lo stato che fanno? Non hanno responsabilità? Eddai