Mi dispiace, per me la vittoria non arriva prima di tutto, eppure mi anima da sempre un forte senso di competizione. Penso, però, che prima ci sia il rispetto per la persona, per quello che ha fatto, per la sua storia, sia come sportivo che come individuo. Oggi sono tutti ad incensare i due ragazzi del tennis italiano e la scelta del ct, ma io non sento felicità per questo. Rivedo la faccia di Bolelli, un 38enne, che quest'anno ha fatto una stagione stellare, e nel momento del bisogno, nel momento in cui doveva mettersi a disposizione del suo Paese, scendere in campo con la maglia dell'Italia e dare il meglio di sé, tutto questo gli è stato negato. E' stato scartato, lui insiema al compagno Vavassori, perchè non ritenuti all'altezza del compito. Penso che questo sia triste, e rende ogni vittoria inutile, perchè c'é la sconfitta dell'uomo a renderla vuota
Purtroppo è proprio la mentalità di come si affronta lo sport che è sbagliata in questo paese. Continuate a scrivere che ha fatto bene, che non conta niente chi si scarta, basta vincere, ed invece è proprio qui l'errore. In altri paesi non è così, certo a tutti fa piacere vincere, e se fa il tifo, e si da l'anima per ottenere il massimo risultato. ma alla fine devi sentirti bene con te stesso e nei confronti del tuo avversario, non avendo usato dei mezzi sbagliati per arrivare alla vittoria ma solo la tua qualità e capacità. In virtù di questo ricordo benissimo un episodio che mi è capitato in Inghilterra, ero ad un campus ed ogni pomeriggio per fare attività diverse oltre lo studio, si organizzavano partite con le diverse nazionali. Una volta ho giocato una sfida molto accesa Italia - Inghilterra e fui protagonista del gol della vittoria a 5 minuti dalla fine. Eppure con mia grande sorpresa tutti i ragazzi inglesi che ho incontrato dopo si complimentavano, chi con il pollicione ad ok, chi con "great goal", insomma questo per dire che pur avendo perso mi rendevano onore
Qui sono stati sostituiti due che tu hai chiamato e scartato perchè avevi paura di perdere. Ma non è un disonore perdere se lo si fa con dignità. Ed invece è mancata la dignità, poi potrete anche dowvotarmi, come preferite, se pensate che sia così importante punire qualcuno con una cazzata come il downvoto, ma è il senso di quello che sto dicendo che andrebbe compreso
11 commenti:
Mi spiace ma questo è lo sport. Bisogna sacrificare le persone al fine di ottenere al vittoria che è l'unica cosa che conta, non importa come. Basta guardare. Anche a me sarebbe piaciuto vedere Bolelli/Vavassori, ma se volevi avere la certezza di vincere non si poteva escludere Sinner
lo sport è questo, conta solo vincere, in ogni modo e con ogni mezzo, nessun rispetto per l'avversario e per nessuno. Hanno fatto la scelta giusta ed ha pagato
Non sono assolutamente d'accordo, lo sport non è questo, questo è quello che ci hanno insegnato, ma non fa parte dello sport. La vittoria è solo conseguenza di un insieme di cose, il rispetto per lo sport che si pratica e le sue regole, il rispetto per gli avversari e per tutti i componenti della propria squadra. Lo sport dev'essere un percorso di crescita, di formazione del ragazzo che poi diventerà un uomo, e porterà avanti quei valori
Vivere lo sport solo per ottenere risultati non è viverlo bene
si può anche perdere non è un disonore la sconfitta, ma non bisogna mai perdere il rispetto e la fiducia nell'uomo. Hai chiamato una squadra ed è la squadra che deve arrivare a dare tutto per ottenere il risultato. Stiamo parlando di uno sport di squadra e di una competizione che ha questo senso e come tale va vissuta ed onorata
Chiunque abbia giocato un minimo a tennis sa che la questione "specialisti" per il doppio sia una cagata assurda. Soprattutto con i nuovi materiali dove dritto e rovescio viaggiano sempre sui 130 kph, è finito il tempo delle volee o robe simili. Cosa che comunque sanno fare anche sinner e berettini, o in generale i "singolaristi"
Chiunque abbia giocato un minimo a tennis, (io sicuramente no, se no non potrei dire sta stronzata) sa che la questione "specialisti" per il doppio sia una cagata assurda. Soprattutto con i nuovi materiali dove dritto e rovescio viaggiano sempre sui 130 kph, ( ma che vuol dire i nuovi materiali con la gestione tattica di una partita???) è finito il tempo delle volee o robe simili ( quello è finito con il serve and volley, amico sei indietro decenni, l'ultimo a produrlo con continuità erano Edberg, Rafter) Cosa che comunque sanno fare anche sinner e berettini, o in generale i "singolaristi" ( ma che c'entra il fatto di diversificare e comunque lo sanno fare tutti i tennisti il serve and volley, stiamo parlando di professionisti idiota)
Mettersi a disposizione del paese significa sapersi anche fare da parte se non si è capaci o non si all'altezza del compito. Servire è un onere e un onore, non un diritto.
se non lo schieri nemmeno è proprio difficile comprendere come non sia all'altezza. E comunque anche il ct si dovrebbe mettere al servizio della squadra, rendendo tutti partecipi e non pensando unicamente ad eleggere qualcuno che gli faccia ottenere un risultato personale positivo. Servire è un onere??? Mettersi a disposizione non è prostrarsi, ma cos'è stai parlando di schiavismo?
Pazzesca sta cosa di voler vincere i tornei e le partite a tennis cosi come in tutti gli altri sport.
Lo dico con estrema calma, questa retorica per cui NON conti vincere ma partecipare vale solo fino ai 12 anni compiuti.
Il selezionatore è messo lì per vincere, è il suo lavoro, non sta lì per la gloria o per far divertire i ragazzi come l'animatore del campo estivo.
Se deve fare una saldatura d'urgenza il capo reparto manda il miglior saldatore che ha, non quello che si merita il premio per i 30 anni di onorato servizio.
ma ho detto questo, ma dove cazzo lo hai letto che non conta vincere???!! Cacchio ma non sapete approfondire nulla. Ho detto che c'è e modo e modo di vincere, che bisogna sempre avere rispetto delle persone. Non puoi portare una squadra di cinque elementi e poi dire a Jannik - fai tutto tu perchè mi cago addosso di perdere. Ecco questa non è dignità e chi lo giustifica dimostra la stessa mancanza
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