mercoledì 5 novembre 2014

La situazione in Sudan e Uganda, non voltare il tuo cuore, puoi fare qualcosa per farli diventare cittadini e non più dei PROFUGHI

C'è sempre un modo per aiutare, un motivo che riesca a farti comprendere quale sia il valore di vita ed esistenza.
Non è il guadagno materiale che può farti sentire meglio, non è la tua missione, certo è difficile staccarsi da ciò che ci è stato impartito nei secoli dei secoli, è complicato pensare che una vita fisica sacrificata nel recupero di uno stipendio che permetta di stare in un'abitazione e consumare del cibo o di comprare macchine e vestiti non sia il nostro scopo...
Ma non lo è, non lo può essere, perché il significato di un'esistenza è dato in primis da ciò che la anima e quindi lo Spirito che esula completamente dal contenitore ( corpo) e dà modo di avere e di provare tutti quegli stati che ci fanno sentire felici, emozioni, sensazioni, brividi ecc...
Certo mi si potrebbe dire, ma siamo felici anche guadagniamo molto e possiamo compraci delle cose... Sicuri? L'idea di fare delle cose con i soldi è una sensazione positiva, ma è l'idea di poter fare qualcosa che ci rende più vivi...non sono i soldi, non è il cumulo di essi che determina una condizione od un valore.
Adesso che ci si debba valorizzare, anche attraverso un miglioramento della propria esistenza è un dato di fatto, ma lo è anche il pensiero di poter aiutare qualcun altro, forse ancor di più rispetto che comprarsi l'ultimo Iphone oppure 30 paia di scarpe...
Fare qualcosa per migliorare il proprio stato attraverso la considerazione umana e l'aiuto concreto a persone che sono state e vengono continuamente sfruttate da gente avida e senza scrupoli che li tratta ancora come schiavi o cavie da laboratorio o peggio ancora li lascia morire da soli, dopo avergli tolto tutte le risorse ambientali per vivere una vita dignitosa
Puoi, puoi, fortissimamente puoi, e non solo regalando qualche euro una volta al mese per una cartolina, ma interessandoti, attivamente, delle associazioni che nei loro paesi di origine stanno cercando di costruirgli dei luoghi e delle strutture senza farli sentire, sempre, senza una casa.
Aiuta a costruire insieme a loro la LORO CASA e cerca di trovare un modo naturale affinché non ci siano i presupposti perché tutte queste persone debbano diventare dei PROFUGHI

Fare volontariato con SOS Villaggi dei Bambini

Per SOS Villaggi dei Bambini l’attività di volontariato riveste una grande importanza e ha avuto un ruolo determinante anche nella costruzione e nell’avvio di molti dei Villaggi SOS in Italia. È possibile dare una mano nel ruolo di volontari presso l'Ufficio di Milano o in uno dei 7 Villaggi SOS italiani, situati rispettivamente a Trento, Ostuni, Vicenza, Morosolo (Va), Roma, Saronno (Va) e Mantova.
 
Per entrare in contatto con la nostra Associazione e ricevere maggiori informazioni sul volontariato per i bambini, mandaci una e-mail a volontari@sositalia.it o telefona al numero 02.36533320
Cinque modi per aiutare i bambini in poco tempo!
  1. Fai conoscere il sito SOS ad un amico, condividi il nostro sito!
  2. Segui la nostra  pagina di FaceBook e seguici su Twitter!
  3. Parla di SOS Villaggi dei Bambini sul tuo blog o sito! Se vuoi usare i banner SOS, mandaci una email a web@sositalia.it  
  4. Presenta la nostra associazione ai tuoi amici e parenti, organizza cene, feste e aste benefiche!
  5. Sostieni un bambino rimasto senza la mamma: adottalo a distanza!
Per entrare in contatto con la nostra Associazione e ricevere maggiori informazioni sul volontariato, mandaci una e-mail a volontari@sositalia.it o telefona al numero 02.36533320
 

La situazione in Sud Sudan

Dal 15 dicembre 2013 continuano in tutto il paese gli scontri tra l’esercito, fedele al presidente di etnia Dinka, Salva Kiir, e le forze ribelli, per lo più di etnia Nuer, che supportano il deposto vice presidente Riek Machar. Il paese è avvolto in una spirale di vendette etniche e di scontri per la conquista dei punti strategici del petrolio. Come in ogni conflitto, le prime vittime sono i bambini: uccisi, violentati, feriti, rimasti orfani o reclutati da entrambe le parti in conflitto. Vittime della diffusione di malnutrizione ed epidemie innescate o aggravate dallo stato di guerra. I più fortunati trovano la via di fuga, da soli o accompagnati da adulti. Ad oggi sono più di un milione i rifugiati interni e circa 380.000 le persone fuggite verso l’Uganda, l’Etiopia, il Sudan e il Kenya.

La situazione in Uganda

Secondo le ultime stime dell’UNHCR sono 115.000 i sud sudanesi arrivati in Uganda dal dicembre scorso. L’87% è costituito da donne e bambini. I bambini sono circa 75.000.
Ecco brevi stralci delle loro storie  di bambini nei campi rifugiati sud sudanesi in Uganda, raccolte nei giorni della festa del Bambino Africano:
Vado a scuola ad Adjumani (Uganda). A Bor (Sud Sudan) non ci andavo più da tanto tempo. La scuola era occupata dai soldati e i maestri non c’erano più.
Vivo nel campo rifugiati di Boroli. Tutti i giorni vado al Child Friendly Space (Spazio a misura di bambino) di Save the Children… giochiamo tutti insieme.
Siamo 7 fratelli. Siamo arrivati con lo zio. Il papà è morto a Bor. La mamma non lo so…
Vorrei sapere dove è mio fratello. Ho paura per lui.
Siamo scappati da Jonglei quando sono arrivati i soldati. Abbiamo camminato tanti giorni e siamo arrivati a Juba. Lì però non c’era da mangiare, quindi siamo venuti in Uganda con un camion. Papà però non c’è, è rimasto in Sud Sudan.

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