Il piede è quello di tutti noi |
Con la mobilità lo Stato offre un sostegno economico ai lavoratori licenziati e attiva i meccanismi necessari per favorirne la rioccupazione ( ed è proprio questo il problema...vogliono rioccuparsi o preferiscono prendere il sussidio e continuare a non fare una bega per 4 anni?! ) poiché consente, in certi casi, il passaggio dei lavoratori licenziati da aziende in crisi ad altre che hanno bisogno di manodopera ( peccato che viene usata unicamente per accollare ai contribuenti le spese che l'azienda non vuole più sostenere) . Finanziata dallo Stato con l'aiuto delle imprese, i requisiti della mobilità seguono dei criteri specifici, come la mobilità in deroga 2011.
Per ogni lavoratore messo in mobilità, le aziende devono versare all'Inps un contributo calcolato in proporzione all'indennità mensile di mobilità spettante al lavoratore.
Mobilità Lavoro INPS: cos'è e come funziona
La mobilità è uno degli ammortizzatori Sociali previsti dalla legge per i lavoratori che hanno perso il lavoro.
Ai lavoratori spetta:
Ai lavoratori spetta:
- Il 100% della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per i primi 12 mesi ( quindi fondamentalmente il 94% dello stipendio che si percepiva in azienda tolta la detrazione pari al 5,54% )
- L'80% della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per il periodo compreso tra il 13° e il 36° mese
- Il 100% della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per i primi 12 mesi
- L' 80% della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per il periodo compreso tra il 13° e il 48° mese
Questo a tutto vantaggio di un sistema economico imprenditoriale colluso ad un sistema politico che ne avalla l'incapacità gestionale e l'asseconda a spese di tutti i contribuenti
Chiaro che in questa situazione, il lavoratore in mobilità si trova nella posizione di parassita sociale, a cui non può rinunciare in mancanza di proposte valide di lavoro vi si adatta dando origine ad un sistema senza via di uscita e con la prospettiva di sempre maggiori spese a carico dello Stato
Non sarebbe meglio fare come in Inghilterra
? Che dopo il rifiuto di tre proposte lavorative viene automaticamente tolto il
sussidio.
La risposta è: certo che sarebbe meglio, ma
dato che a determinare il sistema è la politica, e come spiegato in precedenza essa
è collusa ad un sistema imprenditoriale scadente e opportunista, chiaro che non
ci sia alcun modo per regolamentarlo inmodo che sia socialmente utile e non
deleterio in quanto ammortizzatore
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