Perché a scuola non viene insegnato bene come nutrirsi?
Molti pensano che sia un particolare superfluo, poco importante invece ci sono migliaia di persone che non sanno nemmeno come ci si nutre in modo regolato e sano. Quindi perchè non creare un programma scolastico che guida alla corretta alimentazione?
Questo per coadiuvare quello che già dovrebbe essere il corretto insegnamento al cibo che in primo luogo dovrebbe partire dai genitori, ma anche per evitare quelle che poi in futuro rischiano di essere vere e proprie patologie derivanti dalla sbagliata alimentazione
Tre su tutte: Diabete- Colesterolo- Pressione alta
A scuola spesso insegnano la religione cattolica, essendo un paese laico è quantomeno incoerente, invece di istruire alle diversità, al rispetto degli altri ed all'integrazione, ai principi di non violenza e di sana e corretta alimentazione
In alcuni istituiti vengono piazzati dei cartelloni con le piramidi alimentari che di solito si possono trovare negli studi pediatrici, questa è la massima espressione italiana di cultura alimentare, ma è mai possibile?Mentre continuano a proliferare le macchinette che distribuiscono le merendine...
Certo ognuno di noi è libero di mangiare quello che più gli piace, ma non sarebbe male conoscere quello che davvero s'ingurgita, spesso anche come combinare i vari alimenti.
La conoscenza è il miglior strumento che ha l'uomo per evolversi, bisognerebbe sviluppare nelle nuove generazioni questo desiderio, alimentare la curiosità verso quello che fanno e che sono in grado di fare e di vivere e non dare tutto per scontato.
Troppo spesso il termine "dieta", che significa anche il piano
alimentare che abitualmente seguiamo, nel linguaggio corrente è assimilato a
"mangio-poco-e-pure-male-sono-scontento-ho-mille-voglie-ed-alla-fine-sgarro".
Uno
dei motivi che portano una persona ad abbandonare il percorso intrapreso, a
ricominciare a mangiare in maniera scorretta e cadere nel circolo vizioso
orrendo del "inizio la dieta-non la tollero-rimangio-prendo tutti i chili di
nuovo", è il non essere soddisfatti di ciò che si mangia.
Ma è un fatto normale avere piacere di mangiare e spesso di cibarsi di alimenti che stimolano il sistema nervoso e compensano mancanze di altra natura, per cui transitare
da una alimentazione "goduriosa" ad una alimentazione molto restrittiva
(rispetto a come si era abituati) non è facile da accettare, ma la cosa inutile
di questi piani alimentari rigidi è il fatto che non insegnano come
alimentarsi.
Una persona in sovrappeso, spesso, non sa mangiare. E per questo
ingrassa.
Ma non è detto che mangi "troppo" necessariamente .
Magari non
sa combinare gli alimenti nel giusto modo, non rispetta la proporzione giusta
tra carboidrati-proteine-grassi ed anche questo, a lungo andare, porta ad
accumulare grasso in eccesso.
E' ormai risaputo che sole 100 calorie in più al
dì rispetto al fabbisogno nutrizionale giornaliero di una persona, portano
ad ingrassare 6 chili in un anno.
Capirete che 100 calorie, non sono
nulla. Per farvi un esempio: 3 biscotti sono circa 100
calorie. 2 sottilette sono circa 120 calorie. Un pacchetto di pavesini è sulle
100 calorie.
Mettereste della sabbia nel serbatoio della vostra automobile? Certamente no. Eppure molti di noi fanno inconsapevolmente qualcosa di simile, ogni giorno, con una macchina assai più preziosa e delicata: il nostro organismo. In una vita di 80 anni una persona ingerisce in media dalle 30 alle 60 tonnellate di cibo. È quindi poco prudente sottostimare l’effetto della nutrizione sulla nostra salute. Di fatto, però, è ciò che è accaduto negli ultimi cento anni, nel corso dei quali la massiccia industrializzazione della produzione alimentare ha reso la nostra dieta terribilmente povera di nutrienti lasciandola ricca di una sola cosa: le calorie.
Le nuove frontiere della genomica ci insegnano però che il cibo non è un semplice carburante, ma ha un ruolo assai più importante: “dialoga” con il nostro organismo, mandando messaggi di salute o malattia.
Sul piano scientifico, negli ultimi decenni sono emersi infatti con certezza non solo gli effetti dannosi dell’alimentazione moderna ma anche quelli preventivi e perfino terapeutici dei cibi naturali. È stato scoperto come le sostanze contenute nei cibi sono in grado di interagire con i nostri geni, fino a modulare le risposte cellulari. È questo il campo della nutrigenomica, una disciplina che sta rivoluzionando il modo di considerare il cibo e che ci offre le conoscenze per utilizzare i nutrienti al fine di “riparare” il nostro terreno biologico, impedendo che vi attecchiscano le malattie e favorendo il fiorire della salute.
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