martedì 9 gennaio 2024

Sei tu a dirigere il tuo percorso

 


Questo è l’incipit di un libro che ho letto stamattina:

Capitolo I

Siamo tutti pigiati nell’atrio della scuola media

come un gregge di pecore.

Nessuno osa mettere il naso fuori. Diluvia da pazzi.

Con tutto che qui dentro le voci rimbombano

insieme al boato dei tuoni,

sento sghignazzare alle mie spalle:

– Guardate che schifo di zaino. –

Sussulto ma non mi volto. So che stanno parlando di me.

– Sapete cosa c’è scritto sopra? Sentite:

Lubrificanti

Per Mezzi Agricoli

Ruspe E Scavatori

Vorrei scomparire lì su due piedi, il mio futuro è già segnato

e per colpa di quel dannato zaino che il benzinaio

ha regalato a papà, che non ha voluto sentire ragioni

di comperarmene uno della “Marvel”.

Sento le orecchie bollire.

Va a finire che se resto un minuto di più,

scoppio a piangere ed è l’ultima cosa che voglio.

Non mi interessa un accidente se finisce

che mi prendo un malanno.

Mi faccio largo a spintoni, seguito da quella strisciolina

di risatine idiote, e nemmeno il tempo di uscire

dal cortile che sono zuppo fradicio.

Viene giù a secchiate e i fulmini scalciano di brutto.

Non vorrei rimanerci secco e trovo riparo

sotto il primo cornicione, in attesa che il temporale passi.

Ho il cuore pesante - dico io - perché proprio a me,

tra tutti i papà del mondo, perché doveva capitarmene

uno così pidocchioso. Che sganciasse mai la grana?

Macchè, neanche se avesse con un pistola puntata alle tempie

- il vecchio “Avaristo” (il suo vero nome è Evaristo).

Con la storia che un giorno sarà tutto nostro e che

da ogni soldino

 che risparmiamo ne verrano fuori tanti di più,

ci fa andare in giro con le pezze al culo.

Ci tiene tutti a stecchetto! Pure mamma,

che quest’anno è andata a fare una supplenza

a Bologna e starà via fino a luglio.

Eppure non ci ha pensato due volte ad accettare,

come darle torto: nove mesi senza papà è un lusso.

Cessati i fulmini, comincio a correre verso a casa,

curvo sotto lo zaino che è diventato un peso.

Giunto a casa, scaravento lo zaino schifo a terra.

La casa è fredda come al solito:

il riscaldamento è rotto o così dice papà

che vuole che ci infagottiamo con le maglie di lana

e di toglierci i piumini perché teme che li strappiamo.

Sto appendendo il mio, quando nello specchio,

voltandomi, riconosco a stento quel ragazzo

con i capelli bagnati incollati alla fronte e

i vestiti appiccicati addosso.

– Chiudi quella cavolo di porta che fai uscire il caldo! –

E´ papà che urla dalla cucina.

Gli vorrei rispondere che sia chiusa od aperta,

 non fa nessuna differenza,

con tutti gli spifferi che entrano come proiettili.

Per riscaldarmi vado in cucina

a mettere l’acqua a bollire per il tè.

Papà non si volta neanche,

sta riscaldando quelle dannate alette di pollo

che mangiamo da settimane ormai.

 

 

il problema principale in questo è

“che non è vero”.

Il nemico principale di noi stessi,

siamo sempre noi, mai il Papà,

la mamma, od il compagno/a od il prof

La scelta, l’abbiamo sempre,

possiamo farla e pensarla in modo diverso

Prendiamo questo ragazzo,

che se la mena per uno zainetto del cazzo

che alla fine serve solo a portare i libri,

conta sia resistente e non alla moda,

tanto tra qualche anno

finirà in cantina, se va bene,

oppure nella spazzatura

Lui pensa di essere un poveraccio,

ma focalizza  la sua frustrazione sul papà

che è un pidocchioso, il suo nemico.

E se invece pensasse

“ tra questi pecoroni che hanno

 tutti lo zainetto della Marvel

mi distinguo – io – uno tra tanti

e non – uno dei tanti

Sei tu a dirigere il tuo percorso