Chris Froome nei giorni di riposo del Tour de France, soprattutto se indossa la Maglia Gialla (come è stato nel 2013 e come è per ora anche quest'anno), si ritrova a rispondere a domande sul doping, nonostante abbia sempre affermato con determinazione di non averne mai usato.
Ieri, primo giorno di pause della Grande Boucle 2015, mentre noi italiani siamo stati travolti dalla notizia del cancro di Ivan Basso, il Team Sky denunciava un fatto piuttosto interessante: degli hacker si sarebbero intromessi nel loro sistema informatico e avrebbero rubato i dati relativi agli allenamenti di Chris Froome, con lo scopo di dimostrare che fa uso di sostanze dopanti.
Sir Dave Brailsford, team manager della squadra britannica, ha affermato che sono già stati messi in azione i loro legali:
"Siamo convinti che ci sia stato un attacco di pirateria informatica e che qualcuno abbia copiato i valori di allenamento e la scheda di Chris. Il nostro ufficio legale sta lavorando sulla questione"
aggiungendo:
"Da un punto di vista etico e morale, se volete accusare qualcuno di barare con il doping, non dovete essere dei ladri"
Infatti lui stesso nel 2013, dopo la vittoria di Froome, consegnò a L'Équipe i dati sulla potenza di pedalata dl keniano bianco in modo che il famoso quotidiano sportivo francese potesse analizzarli e vedere con i suoi occhi che la forza del corridore è tutta dovuta ai sacrifici e agli allenamenti e non all'uso di doping.
Intanto ieri su Twitter è stato diffuso un video, poi cancellato, in cui si veniva analizzata la scalato di Froome del Mont Ventoux nel 2013 (tappa che vinse) con i dati relativi al battito cardiaco, la cadenza, potenza e velocità di pedalata. Brailsford ha reagito dicendo che i dati devono essere contestualizzati tendendo conto di molti altri fattori come il vento, i chilometri già percorsi, la temperatura e ha anche detto che le corone ovali come quelle della bici di Froome possono falsare i dati sulla pedalata.
Insomma sembrerebbe che sia troppo forte la pedalata del britannico e troppo rallentato di conseguenza il suo ritmo cardiaco per essere solo merito della natura ciclistica del corridore ... la cosa che più fa pensare che al Tour si parla sempre del doping e poi Armstrong la fece franca per sette volte prima di confessare
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