mercoledì 30 luglio 2025

Quando anch'io ero uno di loro - anche se non sono mai stato come LORO

 



Non è forse ridicolo pensare che mesi di messaggi possano sostituire la profondità di una vita condivisa? Persino in famiglia, dopo anni, scopriamo ancora lati nuovi! E quante volte una relazione avviata online si è rivelata ben diversa dalla persona reale?

Dare il giusto peso e valore alla chat significa ammettere la sua intrinseca limitatezza. Non è ora di smetterla con l'esibizionismo digitale e tornare a valorizzare la vera conoscenza che solo il tempo e la presenza possono costruire?

Ragazzi (e ragazze, perché la vanità non ha sesso, non è vero?), mi rivolgo a voi, specialmente a quelli che, pur avendo già un anello al dito o una storia alle spalle, sembrano ancora intrappolati in un'eterna e patetica recita. Chi ve lo fa fare di vivere nell'inganno, di mostrare un'immagine che non vi appartiene, solo per un effimero tornaconto? Non è forse da stupidi, o peggio, da vigliacchi, fingere di essere ciò che non si è? Ho perso il conto delle volte in cui ho sentito donne raccontare la stessa, identica storia: uomini che si presentano come perfetti gentiluomini virtuali, per poi, al primo caffè, allungare mani e pretendere baci con una sfacciataggine che rasenta il ridicolo. Ma dai! Non è forse la prova lampante di quanto la superficialità dei social e la rincorsa all'apparire abbiano svuotato di senso le relazioni? Non è un po' misero e privo di dignità ridurre un incontro a una transazione, a un mero "passare alla cassa"?

E lo stesso, con pari sdegno, va detto per le signore. Quella ricerca ossessiva dell'"uomo sicuro", non per amore o affinità, ma per sentirsi "invidiate dalle altre". Ma a che pro? A che serve un'immagine patinata se poi la tua anima grida solitudine e insoddisfazione? Non è forse più importante, e infinitamente più nobile, stare bene con voi stesse, amare chi siete e ciò che fate, e condividere questo benessere con una persona che vi ama per ciò che siete, senza maschere né pretese da vetrina?
L'esibizionismo dell'EGO ha davvero inquinato ogni cosa. Non è ora di smetterla con queste farce patetiche e iniziare a cercare autenticità, coerenza, e quella profondità di relazione che non si compra con l'immagine o le pretese, ma si costruisce con onestà e rispetto reciproco?

 

Puoi rincorrere il piacere effimero, perderti nella fantasia, perfino nella poesia, se ti illude di trovare lì un senso. Ma la verità, quella scomoda e profonda, è che la vita sei sempre e solo tu ad alimentarla. Non è da ingenui, quasi da irresponsabili, cercare all'esterno ciò che può e deve fiorire solo dentro di noi?
Certo, la società ci impone vincoli, a volte ci costringe a fare ciò che non amiamo. Lo capisco. Ma anche in quei momenti, anche quando le circostanze sembrano soffocare ogni respiro, non abbiamo forse sempre la responsabilità, e l'opportunità, di scegliere come reagire? Non è forse un atto di dignità, un gesto di ribellione contro l'omologazione, cercare quel piccolo spiraglio, quell'azione, quella passione che faccia emergere davvero ciò che hai dentro?
Perché, in fondo, solo coltivando quel "qualcosa" che ti risuona autentico, che ti appartiene davvero, potrai respirare, almeno un po'. E non è forse questo l'unico modo per vivere una vita che non sia una mera esibizione

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