mercoledì 17 giugno 2015

Conte, la sconfitta e il percorso formativo...ma fare l'allenatore è una vocazione mica un obbligo

Antonio per favore ma il percorso formativo di crescita non poteva essere scelto in altra situazione? Siamo riusciti a rendere utile una inutile partita con il Portogallo, difatti la sconfitta ci è costata l'uscita dalle teste di serie in  ambito sorteggio qualificazioni per il mondiale ...

Probabilmente il fatto di non essere più sostenuto da faccia di pesce Andrea Agnelli fa perdere un po' di sicurezza, soprattutto nei risultati, tanto è vero che qualsiasi allenatore diventa quasi invincibile, tipo Allegri nell'ultima stagione ...
Eh già Tavecchio-Lotito non sono proprio la stessa cosa ... e comunque a parte il percorso formativo questa Italia a parte le prime uscite non ha prodotto nessun gioco brillante e nessuna forza  ... probabilmente sarebbe meglio ripartire da questo

Ragazzi ma la volete finire di fare tutti i fenomeni, la carriera di allenatore dev'essere fatta per vocazione, esattamente come quella di un educatore, ci dev'essere lo stimolo fondamentale di trasmettere un desiderio di crescita professionale e umana.
Faccio un esempio banalissimo, se hai in squadra un terzino od un esterno che ha grande facilità di corsa, ma poi i cross li fa una schifezza, devi allenarlo, ogni santo giorno, con costanza e meticolosità nel calciare il pallone da fondocampo oppure nel fare il cross a chiusura di un triangolo veloce ... ecco giusto per parlare di fondamentali ...

Basta tutti questi inetti della carta straccia che a culo trovano un rombo od un albero di natale, non è solo la tattica che crea una buona squadra od un buon gioco ma sono le scelte e le attenzioni che un allenatore deve fare ogni giorno con precisione, qualità e intuizione