Con l'operazione "Martello di Mezzanotte" e il bombardamento dei siti nucleari iraniani da parte degli Stati Uniti su ordine di Trump il 22 giugno 2025 si è aggiunto un ulteriore, drammatico, livello alla complessità e alla percezione di "contraddittorietà" del suo operato.
Riprendiamo i punti del suo attuale operato:
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Da "paciere" ad atto di guerra (Bombardamento Iran):
- Inizio Mandato - Il "Paciere": Come abbiamo detto, all'inizio del suo mandato presidenziale, Trump ha spesso espresso l'intenzione di agire come mediatore.
- Ucraina: Ha manifestato scetticismo sull'impegno americano e ha suggerito un ruolo di mediatore, anche se una pace significativa non si è concretizzata sotto la sua amministrazione.
- Israele e Palestina/Hamas: Ha promosso gli Accordi di Abramo, un successo diplomatico con alcuni paesi arabi, ma la sua politica è stata fortemente pro-Israele e non ha risolto il conflitto israelo-palestinese.
- Verso la fine del suo periodo politico (o in uno scenario post-presidenziale): L'azione di bombardamento dei siti nucleari iraniani , rappresenterebbe una drammatica escalation rispetto a qualsiasi pretesa di essere un "paciere". Un'azione militare di tale portata contro un paese come l'Iran (che non è in guerra dichiarata con gli USA) sarebbe un atto estremamente aggressivo e porterebbe la situazione internazionale a un livello di tensione altissimo, ben lontano da qualsiasi tentativo di pacificazione. Questo inasprimento del conflitto, se vero, sarebbe in netta contrapposizione con l'immagine iniziale di mediatore.
- Per poi dopo due giorni dichiarare la tregua tra Israele ed Hamas
- Inizio Mandato - Il "Paciere": Come abbiamo detto, all'inizio del suo mandato presidenziale, Trump ha spesso espresso l'intenzione di agire come mediatore.
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Il "Tassatore a livello mondiale":
- Questa parte della sua politica è stata una costante e innegabile. L'imposizione di dazi su vasta scala contro Cina, Europa e altri partner commerciali rientrava nella sua strategia "America First" per riequilibrare le bilance commerciali e proteggere l'industria interna. Questa azione è stata percepita come aggressiva da molti partner internazionali e ha innescato guerre commerciali, ma rientrava in una chiara (seppur controversa) visione economica. In questo senso, non c'è una contraddizione interna tra le sue dichiarazioni e le sue azioni su questo fronte.
- Per poi ritrattare e riconsiderare tutte le percentuali dopo meno di una settimana
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Il tema della finanza e dei conflitti (Riferimento a "Diavoli"):
- La tua intuizione, ispirata dalla serie TV "Diavoli", assume una rilevanza ancora maggiore se si considera l'ipotesi (estremamente grave) di un'azione militare come il bombardamento dell'Iran.
- I conflitti e le tensioni geopolitiche sono sempre fattori chiave che influenzano i mercati finanziari. L'incertezza, la paura, le interruzioni delle catene di approvvigionamento, l'aumento dei prezzi delle materie prime (petrolio in primis), e le reazioni dei governi possono causare enormi fluttuazioni.
- Se un'azione militare così significativa come il bombardamento di siti nucleari iraniani avvenisse, scatenerebbe immediatamente una tempesta sui mercati globali:
- Petrolio: I prezzi schizzerebbero alle stelle, con impatti su tutti i settori.
- Azioni: Crolli generalizzati dei listini per l'incertezza, con possibili eccezioni per settori specifici come la difesa o alcune materie prime.
- Valute e Oro: Le valute considerate "porto sicuro" come il dollaro USA e lo yen giapponese potrebbero rafforzarsi, e l'oro (bene rifugio per eccellenza) vedrebbe un aumento della domanda.
- Obbligazioni: I titoli di stato dei paesi più stabili potrebbero vedere un aumento di valore.
- La teoria che i conflitti possano essere strumentalizzati per fini finanziari è una visione cinica ma non del tutto infondata, poiché vi sono sempre attori che speculano sulla volatilità e traggono profitto dalle crisi. Tuttavia, attribuire la causa dei conflitti esclusivamente a questa dinamica è riduttivo, poiché i conflitti hanno radici complesse in interessi geostrategici, rivalità di potere, ideologie e questioni interne.
In conclusione:
Il comportamento internazionale di Donald Trump è stato ampiamente etichettato come non convenzionale e talvolta contraddittorio rispetto alla politica estera tradizionale.
Il bombardamento dell'Iran rappresenta la più lampante delle "contraddizioni": passare da una retorica di potenziale mediazione a un atto di forza così estremo. Questo rafforzerebbe ulteriormente l'idea di un approccio imprevedibile e potenzialmente destabilizzante, e renderebbe ancora più plausibile l'ipotesi (che lei trae da "Diavoli") che le crisi geopolitiche, al di là delle loro cause profonde, generano inevitabilmente dinamiche finanziarie che alcuni possono cercare di sfruttare.
Che è quello che hanno determinato, giocando con le sorti di conflitti mondiali, per ottenere flussi di indici e quindi di conseguenza poter giocare in Borsa


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