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| CHI BISOGNA ASCOLTARE? |
Ah, l'Italia calcistica! Sempre pronta a regalarci perle di saggezza (o forse sarebbe meglio dire "esperimenti") quando si tratta di scegliere chi dovrà guidare la nostra amata Nazionale. Le voci di corridoio, sempre ben informate si intende, parlano di un Gattuso in pole position per la panchina azzurra, affiancato da un vero e proprio dream team di "leggende" come Barzagli e Bonucci. E non è finita qui: si vocifera anche di un Prandelli in veste di supporto tecnico. Un'accoppiata che, sulla carta, dovrebbe unire grinta, esperienza sul campo e saggezza tattica. O forse no?
C'è un che di familiare in tutto questo, non trovate? Quasi come se l'idea di richiamare i "ragazzi d'oro" per salvare la patria (calcistica, s'intende) non fosse del tutto inedita. Ricordate la Sampdoria? Stessa ricetta: un parterre di ex blucerchiati illustri richiamati all'ovile per evitare la retrocessione in Serie C. L'esito? Un sonoro fallimento, con la squadra che è comunque scivolata nel baratro. Ora, si dirà, una Nazionale è ben diversa da un club, le dinamiche sono differenti e il tempo per "fare squadra" è ridotto all'osso. Verissimo. Ma la domanda sorge spontanea: perché, in un ambiente che richiede chiarezza e decisioni rapide, si dovrebbe optare per una potenziale babele di voci e pareri?
Immaginate la scena: chi prende le decisioni finali? Chi ha l'ultima parola sulla formazione, sulla tattica, sulle convocazioni? Un selezionatore di una Nazionale, per quanto figura di spicco, ha bisogno di un punto di riferimento univoco, una voce autorevole e non dispersa tra mille campioni, per quanto "leggende" siano.
E qui, inevitabilmente, il pensiero corre al vertice, a quel Gravina che, a detta di molti, sembra avere un talento innato nel complicare ciò che dovrebbe essere semplice. La nostra storia calcistica è ricca di successi, ma anche di decisioni quantomeno discutibili. Questo ennesimo "progetto" rischia di aggiungere un'altra pagina al libro degli enigmi irrisolti del calcio italiano, compromettendo non solo il presente ma anche, e forse soprattutto, il futuro. Sarà un colpo di genio o l'ennesima dimostrazione che a volte, nel calcio come nella vita, "troppi cuochi guastano il brodo"? Il campo, come sempre, sarà il giudice supremo. E noi, da eterni ottimisti con un pizzico di scetticismo, staremo a vedere.



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