martedì 30 giugno 2015

E come ogni estate gli squali della finanza se devono pagare il resort

Ed eccoli sempre in agguato, sempre in attesa di usare mezzi informatici e mediatici al fine di ottenere risorse ingenti dalle plusvalenze derivanti dallo spostamento di capitali in base ai dati sui mercati continuamente pilotati.
In pratica questi maghi della finanza, fanno quello che il buon Antonino ha fatto con il suo Catania, pilota il risultato ed in più ci scommette pure sopra, tanto il risultato è sicuro e la vincita certa ...

Ecco fanno esattamente lo stesso, scommettono sui titoli e ci guadagnano e va bene a tutti, perchè alla fine a perderci è solo la massa, che ovviamente non può saperlo e si beve queste cazzate sull'uscita della Grecia ... perchè dove sarebbe la novità???!!!
La Grecia è da quasi un lustro che non rientra dei soldi che ha ricevuto in prestito e l'ha mai fatto sino ad ora, come non ha mai approntato una politica in linea con i parametri europei a parte quello di spargere inutili risorse, come quelle per la difesa ad esempio...

Ora che fallisca la Grecia è scontato e lo era già da un bel pezzo, per cui ciò che sopra presumevo è di fatto derivante da un politica del disagio e strumentale finalizzata ad un guadagno privato attraverso la manipolazione delle informazioni e la faziosa divulgazione di esse...

Chissà come mai questi disastri nelle borse, accadono sempre tra luglio e i primi di agosto .... ma che c@zzo di caso
Ma i fuochi d'artificio sono finti, basta aspettare e tutto torna come prima, e l'unico modo che hai per fregarli e non temere nulla, stare tranquilli e capire che alla fine tutto si compensa, anche le informazioni

Un po' di dati per farvi capire che ci guadagnano solo quelli che gestiscono le informazioni:
L’indice della Borsa Italiana dal 2 gennaio 1928 al 30 giugno 2013 esprime, nella versione a corsi secchi, ossia senza il reinvestimento dei dividendi, un rendimento nominale pari al 6,2% annuo. In termini reali esso diviene negativo per il 2,6% annuo (l’inflazione media è stata del 9%); ciò significa che un ipotetico investitore che avesse deciso di consumare i dividendi si sarebbe ritrovato dopo 85 anni e 6 mesi con un capitale dal potere di acquisto decurtato dell’89%
Periodo di detenzione (fine anno)
Durata dell’investimento
Perdita media annua in termini reali
1928-1978 50 anni 2,26%
1928-1983 55 anni 1,75%
1929-1990 61 anni 0,36%
1928-1990 62 anni 0,49%
1928-1991 63 anni 0,50%
1928-1992 64 anni 0,60%
1928-1992 65 anni 0,18%
1928-1995 67 anni 0,02%
Discende da quanto detto che il momento dell’investimento è fondamentale per il suo esito. Se si decide malauguratamente di investire in un picco di mercato (3 ), posto pari a 100 l’anno in cui esso si verifica, in media dopo 10 anni si è subito un dimezzamento del capitale, recuperando poi fino ad oltre i tre quarti dopo venti, mentre al maturare del trentesimo anno si è ancora in perdita, seppure di poco.
Cento euro investiti in ognuno dei picchi
Capitale medio dopo:
10 anni 54,1 euro
 20 anni 81,8 euro
 30 anni 97,6 euro

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