domenica 16 agosto 2015

Ma i bambini se non guardano i cartoni animati che cosa fanno.................

Non capisco questa cosa, è mai possibile che se non si narcotizzano attraverso un video che proietta loro immagini di cartoni animati, spesso gli stessi episodi, e tante pubblicità di prodotti per bambini riescano a pensare unicamente ad usare altri dispositivi elettronici passando da semplice consolle nintendo ai più sofisticati tablet...

Ed allora mi chiedo ma a cosa serve l'enorme quantità di giocattoli che quasi quotidianamente siamo costretti ad acquistare? Solamente a sopperire ad un desiderio che la pubblicità attraverso la tv ha istigato?
Come si può trovare un percorso alternativo a questa mancanza di fantasia che ormai attanaglia tutti la prima fascia di età ?

Insomma, per molti individui i touchscreen (e i dispositivi che li ospitano) stanno diventando un punto di riferimento dell’ambiente casalingo. Non stupisce allora che da un altro sondaggio risulti che in Australia il 68% delle persone di età compresa tra i 3 e i 17 anni passino in media 21 oree 48 minuti alla settimana trafficando con uno smartphone (il che significa che un intero giorno alla settimana viene risucchiato da app, messaggi e filmati).
Solitamente, medici, psicologi e altri addetti ai lavori consigliano di non regalare uno smartphone ai propri figli prima dei 12 o 13 anni. Un suggerimento che, posto così, potrebbe suonare come un irragionevole divieto, e quindi fare poca presa. E allora è il caso di chiedersi: Per quale motivo dovremmo preoccuparci tanto se i nostri figli passano tanto tempo con uno smartphone in mano? Dopotutto, non facevamo lo stesso noi con la televisione?
  1. È stato dimostrato che una sovraesposizione alla luce blu, ossia la luce con una determinata lunghezza d’onda tipica dei touchscreen, può causare danni alla retina e determinare, nel lungo periodo, a una vera e propria degenerazione maculare. Considerando questo, nonostante ancora non ci sia una mole di studi sufficiente ad averne la sicurezza, è ragionevole ipotizzare che gli effetti sugli occhi di un bambino in piena fase di crescita potrebbero essere ancora più gravi.
  2. Abbiamo già sentito e letto dei danni che il multitasking può fare al nostro cervello e in particolare alla nostra capacità di concentrarci su una singola occupazione. Un bambino con uno smartphone in mano, da questo punto di vista, è un potenziale maratoneta del multitasking, considerando quanto siano tendenzialmente iperattivi e curiosi i bambini. Se nel caso degli adulti il multitasking va a fare leva sul sistema di gratificazione di un cervello completamente sviluppato, nel caso dei bambini va a influenzare un cervello ancora in fase di sviluppo. Ancora non è chiara l’entità dei danni derivanti da una sovraesposizione di un bambino al multitasking. Un discorso analogo vale per il fisico, dal momento che un bambino che passa quasi 24 ore alla settimana utilizzando uno smartphone è un bambino che dedica lo stesso tempo di un part-time a restare fermo su un divano o un letto.
  3. Noi adulti utilizziamo i social media come surrogato delle relazioni sociali che abbiamo già sviluppato. Sappiamo socializzare, rapportarci con gli altri e posizionarci all’interno di un contesto sociale, semplicemente decidiamo di bypassare tutto ciò sfruttando la Rete. Per la crescita di un bambino è invece fondamentale rapportarsi agli altri: che si tratti di giocare nascondino, litigare al campetto o passare interi pomeriggi a parlare di Iron Man e Captain America, l’interazione con gli altri bambini ha un ruolo fondamentale nel suo corretto sviluppo caratteriale e sociale. Secondo diversi esperti, l’utilizzo di smartphone prima dei 13 anni andrebbe a rubare tempo (reale e mentale) al gioco e all’interazione con gli altri.